New York, New York.
Quante canzoni, quanti innumerevoli film e serie tv.
10 anni fa, quando avevo 18 anni, era il sogno della mia vita, andarci. Poi crescendo, e complice una discreta paura dell’aereo, è rimasto un sogno chiuso nel cassetto, o meglio, in una cassaforte.
Buttata in un oceano.
Non pensavo che ci sarei mai andato in quella città, o nel caso fosse successo, non sicuramente in tempi recenti.
Finché un giorno non ti chiama un cliente chiedendoti di andarci al posto suo.
Ho risposto di sì ancora prima che finisse la domanda. Senza chiedermi se sarei riuscito a dominare l’ansia del volo, cosa avrei dovuto fare e non fare.
Insomma, ci sono andato. Dal 20 al 22 aprile, ero nella Grande Mela.
Non dimenticherò mai la risatina isterica/incredula, quando la navetta ci stava portando dal JFK all’albergo, con quel fiume di taxi gialli e l’alternanza di residenze incontrovertibilmente newyorkesi.
Una delle prime foto (riuscite) del viaggio. Un taxi giallo che si fa spazio tra la folla e le luci accecanti di Times Square. Quante volte mi sono fermato in mezzo alle strisce pedonali, tra insulti e semafori rossi troppo brevi, per fotografare scorci e taxi.
La città che non dorme mai… Sempre in movimento, ad ogni ora, tra le mille luci e tutti di corsa…
Il panorama che offriva il 4 World Trade Center dal 54° e il 56° piano mostrava tutta New York a 360 gradi.
Sono passati 15 anni, ma quel giorno infausto per la storia mondiale è ancora palpabile.
Percorrendo Battery Park ti imbatti in un maestoso tramonto con le nuvole sopra il New Jersey.
Dal Top of The Rock…
Una passeggiata a Central Park…
New York, tornerò presto lo prometto.