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FLY EXPERIENCE : L’ UOMO SOGNA DI VOLARE

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Volare. Chi di voi non l’ha mai sognato in un determinato punto della nostra vita? Su uno dei temi che ha crucciato le menti più geniali degli uomini di tutti i tempi, si sono espressi tutti, da Leonardo da Vinci in poi. Più recentemente, una delle canzoni più famose è di Domenico Modugno. La sua “Nel blu dipinto di blu” o più comunemente conosciuta “Volare” è volata per tutto il Mondo, ed è conosciuta ovunque. Dopo di lui una sterminata lista di artisti, da Frank Sinatra, R. Kelly, Lenny Kravitz, Roxette, Negrita, Aerosmith… Chiunque ha espresso il proprio desiderio di provare a volare, come Superman.

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Fly Experience per pochi minuti, realizza questo sogno proibito ai più, e toccato solo dai paracadutisti, o nei laboratori della NASA. Il centro, situato a pochi passi dal centro commerciale “Le Gru” a Grugliasco, poco distante da Torino, nasce da un’idea di Marco Berry proprio con l’intento di far provare a volare chiunque, dai 4 anni in su.

Anche io ho avuto la possibilità di provare per qualche minuto a fluttuare in quella specie di capsula, battezzata con il nome di “Tunnel del Vento” in cui una potentissima raffica di vento che tocca e supera i 170 km/h, ti dona la possibilità di fluttuare.
Gli esperti istruttori con centinaia e centinaia e ancora centinaia di ore di volo alle spalle, provano a rendere l’esperienza il più divertente possibile guidandoti e indicandoti come comportarti durante il volo, perché i primi secondi l’unico senso al quale ti aggrappi è la vista, ed è stupendo.
Senti l’aria che ti sballotta, ti senti come in un mare che non riesci a toccare, vorresti quasi nuotare e il tuo corpo si dimena per raggiungere l’equilibrio, che si dovrebbe raggiungere stando… fermi. E sei lì, che stai volando e nemmeno te ne rendi conto.

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Fly Experience è una delle emozioni più belle che si possa provare nella vita. Non lo dico esagerando. Molti si rassegnano all’idea, “bè, tanto non volerò mai”, ma Marco Berry e amici sono lì, pronti a smentirti.
Certo, non siamo ai livelli di Superman, il Tunnel non è una città, ma puoi volare. Per quattro minuti il sogno più antico dell’uomo è lì tra le tue mani, sulla tua pelle, e il tuo corpo e la tua mente sono un po’ interdetti, ma felici. Perché per pochi minuti si torna bambini, perché in quella manciata di minuti la certezza che niente in questa vita potrebbe più entusiasmarti come un bambino, crolla come un castello di sabbia, inesorabilmente.

Di ritorno a casa, magari con qualche dolorino alla schiena, quando ti sdrai sul letto, ti mancherà subito quella sensazione di fluttuare e vedere i presenti da posizioni in cui solo un drone riuscirebbe.

E una volta che esci, magari un po’ sconvolto, e perché no, qualcuno anche leggermente impaurito, non vedi l’ora di tornarci. Perché sì, se lo hai fatto una volta ci tornerai di nuovo, prima o poi.

Perché volare è una droga, ed è il sogno di tutti, da sempre.


 

Sono sempre stato un “visionario”. Sin da piccolo immaginavo le possibili evoluzioni che la tecnologia da quel momento in avanti avrebbe potuto raggiungere. Sono riuscito a intravedere le potenzialità dei cellulari, sognando i giochi di Dragon Ball su un display di un telefono ampio, quando ancora non avevano programmato Snake per il Nokia 5110. Immaginavo una specie di teletrasporto della connessione che da lì avrebbero chiamato Wi-Fi. Avevo ipotizzato che gli schermi del PC si sarebbero potuti gestire con il solo tocco delle dita e inventarono i tablet. E ancora adesso immagino che in un futuro non troppo distante, grazie ai modelli proposti da Fly Experience e simili,  probabilmente per andare a prendere il pane dietro l’angolo, faremo una volata.
In senso lato.
Ne sono certo.
Credo.


 




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